L’Ozonoterapia prevede la somministrazione di una miscela di Ossigeno-Ozono all’interno del disco intervertebrale. E’ nota anche come Ozonolisi intradiscale. Il posizionamento dell’ago può avvenire sia con guida TAC che attraverso l’uso di un amplificatore di brillanza.
L’Ozonoterapiarichiede una semplice anestesia locale ed è pressochè indolore.
Rappresenta la tecnica di Ozonoterapia più vicina al concetto chirurgico di risoluzione del problema ernia discale. Si pone infatti come obbiettivo di decomprimere il disco riducendone il volume, non solo di risolvere l’infiammazione delle radici nervose.
La tecnica ha attualmente una letteratura scientifica solidissima, con più di 20000 casi pubblicati negli ultimi 15 anni. L’indicazione principale è rappresentata da ernie o protrusioni discali con conservata integrità del disco. Il risultato terapeutico è raggiunto nell’80-85% dei pazienti trattati.
Frequentemente si associa all’Ozonoterapia intradiscale anche l’Ozonoterapia intraforaminale nel corso della medesima seduta. n alcuni centri invece si associa all’Ozonoterapia intradiscale la somministrazione intraforaminale di cortisone.
Le uniche controindicazioni sono rappresentate da alterazione della coagulazione, dalla presenza di infezioni nel punto di ingresso dell’ago o dalla gravidanza e dall’allattamento.
L’Ozonoterapia è una terapia medica che prevede l’uso di una miscela di gas formata da Ossigeno e Ozono in opportune concentrazioni, volumi e vie di somministrazione, per il trattamento di numerose patologie.
Un gas?
L’Ozono è un gas formato da tre atomi di ossigeno generati attraverso il passaggio di una scarica elettrica in Ossigeno. È un energico ossidante e per gli esseri viventi è un gas altamente velenoso. È tuttavia un gas essenziale alla vita sulla Terra per via della sua capacità di assorbire la luce ultravioletta; lo strato di ozono presente nella stratosfera protegge la Terra dall’azione nociva dei raggi ultravioletti UV-C provenienti dal Sole.
L’uso di un gas a scopo terapeutico rappresenta una condizione del tutto particolare che richiede opportuni apparati e strumentazioni, adeguate conoscenze metodologiche e precise indicazioni terapeutiche.
L’Ossigeno è presente in natura in forma di molecola biatomica. Ciò significa che se immaginiamo un atomo di Ossigeno come una pallina da tennis, l’ossigeno che respiriamo è costituito da due palline da tennis unite, o meglio, molto vicine.
Quando un ambiente ricco di Ossigeno – ad esempio l’aria – viene sottoposto ad una scarica elettrica – ad esempio un fulmine – le strutture biatomiche di diverse molecole di Ossigeno si rompono per formare una nuova molecola triatomica, costituita da tre atomi di ossigeno uniti, cioè da tre palline da tennis. La nuova molecola prende il nome di Ozono. L’Ozono è un gas, come l’ossigeno, ma più pesante perché costituito da tre atomi ed è caratterizzato da un’estrema instabilità. Cosa significa? Significa che, una volta prodotta, la molecola triatomica di ozono tende rapidamente a rompersi per tornare ad essere una molecola biatomica di ossigeno – cioè due palline da tennis unite – e un atomo di Ossigeno singoletto, cioè una pallina da tennis solitaria.
L’Ossigeno singoletto presenta una serie di caratteristiche e prerogative che qui, per ora, non si intendono valutare. Diremo solo che molti effetti dell’Ozono sono in realtà effetti dell’Ossigeno singoletto, che può essere considerato un “messaggero” dell’ozono.
Naturalmente anche l’Ossigeno rientra tra gli attori principali dell’Ozonoterapia e svolge un ruolo importante nel determinarne gli effetti terapeutici.
Ma non è tossico?
Contrariamente all’Ozono presente nello smog, l’Ozono utilizzato in medicina è prodotto a partire da ossigeno medicale puro al 99.6% che viene attraversato da una scarica elettrica. Non è possibile utilizzare l’ossigeno contenuto nell’aria a causa della compresenza di Azoto e la conseguente possibile formazione di Ossidi di Azoto.
Certamente l’Ozono, proprio per la sua naturale tendenza a rompersi in Ossigeno biatomico e Ossigeno singoletto, risulta tossico per le vie aeree (è uno dei temibili inquinanti che rende difficile la respirazione nelle nostre città) ma ottiene ben diversi risultati terapeutici quando viene somministrato all’interno di tessuti o sostanze dotati di sistemi antiossidanti. Gli antiossidanti hanno la funzione di proteggere dall’azione ossidante dell’Ozono, dell’Ossigeno singoletto e di altre sostanze ossidanti prodotte normalmente durante la nostra vita.
Il nostro organismo, ben allenato a vivere in un ambiente ricco di ossigeno come l’aria, ha sviluppato una ricchissima dotazione di sostanze antiossidanti diluite in una enorme quantità di acqua. Tutto questo rende possibile quello che in medicina viene definito il “Paradosso Ozono”: cioè un gas tossico per le vie aeree diventa terapeutico per altre vie di somministrazione.
Come viene prodotto?
L’Ozono deve essere prodotto poco prima della sua somministrazione attraverso una macchina dotata di un elettrodo in grado di produrre una scarica elettrica appropriata. Infatti, a causa della naturale tendenza a ritrasformasi in Ossigeno biatomico e ossigeno Singoletto dopo solo 55 minuti il 50% del contenuto di Ozono è ritornato ad essere Ossigeno.
Per questo motivo non è possibile trovare in commercio fiale già pronte di Ozono, proprio perché dopo qualche ora dalla loro preparazione sarebbero ritornate fiale di Ossigeno!
Come altri farmaci, anche l’Ozono medicale può svolgere la sua azione in diverse concentrazioni che vengono determinate considerando di volta in volta variabili come la temperatura, la pressione, la velocità di flusso del gas. Ciò a causa della natura gassosa e della instabilità dell’Ozono. Tutto ciò impone l’uso di apparati estremamente precisi e dotati di strumenti di misura che monitorano continuamente la concentrazione. Infine, le macchine e gli ambienti dove si svolge l’attività terapeutica dovranno essere dotati di idonei strumenti di abbattimento dell’ozono prodotto in eccesso per evitare inconvenienti alle vie respiratorie.
Vie di somministrazione e patologie trattate
L’ozono non è una panacea ma per numerose patologie rappresenta una valida alternativa che permette di guarire evitando trattamenti invasivi o gravati da importanti effetti collaterali oppure quando altre terapie non abbiano dato i risultati desiderati.
Le patologie che si possono trattare con Ozonoterapia sono molto numerose, analogamente sono molte numerose le tecniche con cui si può somministrare l’Ozono. In generale possiamo distinguere:
- Via infiltrativa
- Autoemoterapia
- Ozonobag
- Acqua ozonizzata
- Olio ozonizzato
1. Ozonoterapia per via infiltrativa
La tecnica infiltrativa di somministrazione dell’Ozono rappresenta la modalità più utilizzata per il trattamento di patologie del disco intervertebrale, di patologie degenerative artrosiche sia vertebrali che articolari, di patologie degenerative tendinee come tendiniti e tendinosi e per il trattamento, a fini estetici, della cellulite.
Le tecniche infiltrative sono molteplici, ciascuna adatta a specifiche patologie:
Intramuscolare
- Ernia discale
- Protrusione discale/Bulging discale
- Stenosi del canale vertebrale
- Artrosi della colonna vertebrale
Intraforaminale
- Ernia discale
- Protrusione discale/Bulging discale
- Spondilolistesi
Intrarticolare
- Artrosi dell’anca
- Artrosi del ginocchio/Gonartrosi
- Artrosi della spalla
- Rizartrosi
Sottocutanea
- Fascite plantare
- Rizartrosi
Peritendinea
- Epicondilite
- Epitrocleite
- Tendinite
- Tendinosi
- Lacerzioni parziali tendinee
Perinervosa
- Neuroma di Morton
2. Ozonoterapia attraverso Autoemoterapia
Rappresenta la modalità storica attraverso cui l’ozono è arrivato in Italia circa 35 anni fa provenendo dalla Germania dove, ancora oggi, è il principale sistema di trattamento con Ozono. La tecnica prevede il prelievo di un piccolo quantitativo di sangue che viene raccolto in un’apposito contenitore contenete un anticoagulante. Successivamente il sangue viene posto a contatto con una miscela di Ossigeno-Ozono.
Dopo circa due minuti il sangue subisce una serie di modificazioni biochimiche e viene quindi reinfuso. Questa terapia determina un miglioramento della microcircolazione e dell’ossigenazione periferica con indicazione al trattamento di tutte le arteriopatie, le ulcere periferiche da insufficienza venosa, le ulcere del piede diabetico, le ferite chirugiche e non chirurgiche con difficoltà alla cicatrizzazione, la maculopatia degenerativa senile forma secca, la maculopatia diabetica.
Molto spesso queste lesioni sono così avanzate ed invalidanti da obbligare a scelte chirurgiche demolitive. L’associazione di sacchetti di Ozono e Autoemoterapia ha permesso a molti pazienti di evitare l’amputazione degli arti.
Parallelamente si assiste ad un’aumentata capacità antiossidante da parte dell’organismo con una sensazione di benessere e di migliore resistenza allo sforzo, questo permette di utilizzare l’Autoemoterapia in tutte le patologie caratterizzate da senso di stanchezza, come la fibromialgia. Purtroppo questa caratteristica ne ha determinato l’uso come doping in tutti quegli sport caratterizzati da sforzo prolungato, come il ciclismo, il nuoto, il fondo podistico.
3. Ozonoterapia in cavità chiuse o attraverso sacchetti: Ozonobag
E’ un’altra tecnica storica che ha dimostrato la sua efficacia nel trattamento locale delle ulcere periferiche da insufficienza venosa, delle ulcere del piede diabetico, delle ferite chirugiche e non chirurgiche con difficoltà alla cicatrizzazione.
La somministrazione endovaginale trova un’importante indicazione nel trattamento della Candidosi vaginale.
4. Ozonoterapia attraverso acqua ozonizzata
L’Ozono viene fatto gorgogliare in acqua demineralizzata, l’ozono depura l’acqua da virus e batteri (è infatti utilizzato come disinfettante nelle piscine per ridurre la quantità di cloro) e accumulandosi all’interno dell’acqua può essere utilizzato come disinfettante sia su lesioni cutanee (ulcere, ferite, ragadi) che in infezioni delle mucose attraverso lavaggi (gastrite da Helicobacter Pylori, candidosi vaginali).
5. Ozonoterapia attraverso Olio Ozonizzato
E’ possibile utilizzare creme ed olio sottoposti a procedura di ozonizzazione, cioè esposti all’azione dell’ozono che ne modifica la struttura, caricandosi sul substrato oleoso. Tale substrato rilascia nel tempo l’ozono contribuendo a ossigenare la cute o la mucosa su cui viene spalmato. In questo modo si possono curare scottature, infezioni cutanee, emorroidi in stadio iniziale, ulcere o ferite. Alcune creme hanno invece un’uso più tipicamente estetico e anti aging.
L’olio ozonizzato, caratterizzato da un pungente e sgradevole odore, può essere utilizzato direttamente o invece incorporato su supporti cremosi uniti ad essenze profumate. Questi prodotti vengono correntemente commercializzati in tutte le farmacie rendendo più piacevole l’uso sia per il trattamento di patologie che al solo scopo estetico come creme da giorno o da notte.
Dall’ossigeno ozonoterapia nuove speranze per la cura di patologie degenerative, croniche, autoimmuni e respiratorie
Trent’anni di studi hanno portato in Italia 3.500 medici ad aderire alla Siot – Società Italiana di Ossigeno Ozonoterapia. Una diffusione senza precedenti per una terapia dai contenuti rivoluzionari grazie alla quale oggi è possibile curare un numero molto elevato di patologie sia croniche, sia degenerative: dal mal di schiena alle problematiche muscoloscheletriche, dalle malattie autoimmuni alla fibromialgia, fino alla stanchezza cronica.
Conosciuto per la sua efficacia nella cura delle patologie vertebrali – spiega il dottor Francesco Paolo Conti, specializzato in terapia del dolore con tecniche di medicina alternative e ogni giorno al lavoro nel Centro Spluga 49 di Cernusco Lombardone – l’ozono ha permesso a molti pazienti, di ridurre sensibilmente, se non eliminare del tutto, l’assunzione di farmaci anti-infiammatori, con straordinario beneficio per le condizioni di salute dell’organismo nel loro complesso.
Ma il dottor Conti aggiunge che la vera rivoluzione attuata grazie all’ozonoterapia è quella del trattamento delle malattie degenerative croniche, patologie che negli ultimi 50 anni hanno fatto registrare un’impennata in seguito al cambio di stile di vita della nostra società, a un’alimentazione smodata e al crescente inquinamento ambientale ed energetico.
Inoltre – prosegue lo specialista – notevole l’efficacia dell’ozono anche nel trattamento delle malattie autoimmuni, per via del suo potente effetto immunoregolatore.
Il medico evidenzia che tutti i protocolli per la cura delle diverse patologie attraverso l’ozono sono il risultato di molti anni di ricerche da parte dei medici aderenti alla Siot:
A seconda del problema l’ozono deve essere somministrato con modalità differenti, messe a punto in oltre due decenni di ricerca – afferma – Per esempio, per le patologie autoimmuni si prescrive la Gae (Grande autoemotrasfusione, consistente nel prelievo di 150 cc di sangue del paziente, nella sua ozonizzazione e nella conseguente reimmissione in circolo) che permette di contrastare i loro sintomi in modo evidente. Personalmente, inoltre, per mettere l’organismo nelle condizioni di reagire al meglio alla terapia prescrivo una dieta anti-infiammatoria con integrazione vitaminica specifica, personalizzata.
Il medico aggiunge che con l’ossigeno ozonoterapia è anche possibile ottenere risultati straordinari nel trattamento della fibromialgia e della stanchezza cronica per le quali la medicina tradizionale non ha al momento validi rimedi:
Se praticata in abbinamento alla chemioterapia per il trattamento di malattie tumorali – aggiunge – l’ozonoterapia permette all’organismo di mantenersi protetto e in forze, inoltre la metodica ha dimostrato grande efficacia anche per la cura di malattie respiratorie sistemiche, talvolta gravi, come l’enfisema. Anche in questo caso si ricorre alla Gae che dà risultati più che positivi.
Alla luce di tutto questo, appare evidente come considerare l’ozonoterapia esclusivamente per il trattamento di patologie della colonna e delle articolazioni sia alquanto limitante:
In realtà questa terapia, che è sempre priva di controindicazioni ed effetti collaterali, rappresenta una vera rivoluzione in campo medico – conclude il dottor Conti – I continui progressi della Siot nella messa a punto di protocolli per il trattamento delle più svariate patologie, stanno aprendo finalmente a migliaia di pazienti prospettive di guarigione dai propri disturbi più o meno gravi e dolorosi. Invito tutti a non rassegnarsi al dolore, oggi in molti casi guarire, e quindi tornare a sorridere, si può!